Anche in Thailandia il massaggio è
parte integrante delle tecniche mediche tradizionali. Il massaggio thailandese (o tailandese), anche detto “l'Arte di cura degli Eremiti", è un
modo antico e naturale per mantenere una buona vitalità, profondamente radicato
nella tradizione popolare Thai.
Questo trattamento affonda le sue origini nel
500 a.C., periodo in cui, secondo la leggenda, un medico indiano di nome Jivaca
Kumar Bhacca (detto anche Shivago Komarpai o Shevaka Komarpatr), contemporaneo
del Principe Siddarta, il Buddha, giunse in Thailandia.
Si racconta che egli portò con sé le
tradizioni del suo paese, l'Ayurveda e lo Yoga, che si miscelarono alle
tradizioni locali originando quello che oggi conosciamo come massaggio
tradizionale thailandese.
Il
primo documento che menziona il Massaggio Thai è una raccolta di memorie di
viaggio di Simon de Loubere, francese, frequentatore della Corte Reale Thai di
Ayuthaya del 1690.
Questa tecnica è stata tramandata di
generazione in generazione dai suoi praticanti, passando dall'ambito familiare
all'istituzione di scuole e corsi di formazione professionale, tra cui, per
antonomasia, il Wat Po, il più antico tempio di Bangkok, risalente al XVI
secolo, che dal 1836 una sorta di università delle antiche arti e scienze
tradizionali, tra le quali il massaggio.
Il
massaggio tradizionale thailandese si pratica su tutto il corpo portando
pressioni con i palmi, i pollici, i gomiti, talvolta con la pianta del piede ed
il ginocchio. Queste pressioni vengono portate lungo i percorsi energetici
(Sen) del corpo. Oltre alle pressioni si praticano degli stiramenti che
agiscono e stimolano la muscolatura e soprattutto i Sen.
Il Massaggio Thai
risveglia la vitalità, migliora la mobilità rilassando i tessuti e la muscolatura
contratta.
È anche detto Thai yoga in quanto mobilizzazioni e allungamenti
portano il ricevente ad assumere posizioni tipiche dello Yoga, ottenendo una
maggiore elasticità e flessibilità corporea e migliorando posture scorrette.